Quella dei social media è una vera e propria rivoluzione. Molte aziende lo hanno capito e stanno spostando i loro budget di comunicazione e marketing dall’offline all’online.
Con “Social media” si fa riferimento a tutti quei mezzi di comunicazione che rendono possibile creazione, condivisione e scambio di contenuti generati dagli utenti attraverso l’uso di piattaforme web-based.
Andreas Kaplan e Michael Haenlein hanno definito i social media come un gruppo di applicazione web basate sui presupposti ideologici e tecnologici del Web 2.0, che consentono la creazione e lo scambio di contenuti generati dagli utenti.
I social media hanno rivoluzionato il mondo?
La risposta è si! Vediamo perché:
- nei media sociali tutti i soggetti (utenti, clienti, aziende, influencer) sono al medesimo livello,
- le aziende non hanno più potere né controllo sui contenuti prodotti dagli utenti, ma costituiscono un nodo di una rete più ampia,
- modalità di comunicazione: da un messaggio unilaterale «one to many» a un messaggio multidirezionale “many to many”,
- si è passati dal monologo al dialogo tra utenti, media e aziende,
- sono sparite le gerarchie e tutto è estremamente più veloce,
- da comunicazione verticale si è passati ad una comunicazione orizzontale.
Oggi tutti possono creare dei meme di comunicazione dirompenti e virali e l’accessibilità di Internet ha reso la comunicazione a portata di tutti: democratizzazione dei media.
Allo stesso tempo questa rivoluzione ha creato tanti aspetti negativi come ad esempio:
- informazioni personali non più controllate dall’utente,
- pressione sociale per gara dei like (vanity metrics!)
- nuove forme di dipendenza digitale.
Quanti social media esistono?
E’ difficile avere il numero esatto. Secondo le ultime statistiche sono oltre 300, ma è difficilissimo monitorarli, perché nascono e muoiono nel battito di ali di una Effimera.
Alcuni sono veramente di nicchia, altri fortemente geolocalizzati.
Bisogna valutare su quali ha senso investire per azioni di marketing. L’errore più grande è essere presente in tutti!
Come scegliere la strategia giusta per un’azienda
Ogni azienda ha poco budget, poche competenze, poco tempo da investire e tanta fame di risultati. Bisogna quindi valutare attentamente dove investire tempo e risorse, soprattutto in un’ottica di medio e lungo periodo.
Mai seguire la moda! Lo abbiamo visto per Snapchat, Clubhouse e tanti altri. Social esplosi e subito morti.
Il primo passo è chiedere ai propri clienti quale social stanno usando per lavoro e per passatempo. Naturalmente in questi social si deve poter fare pubblicità, se no non ha senso perderci tempo e risorse se le visualizzazioni non si possono acquistare.
Il mio consiglio è che uno solo non basta, bisogna creare un funnel di comunicazione integrata, magari usando contemporaneamente gli strumenti di marketing che fornisce Google, il proprio sito web e i social che utilizza il tuo target.
Non esiste una ricetta semplice e valida per tutti, il segreto è chiedere ai propri clienti e poi testare.
Ha senso fare marketing nei social?
Assolutamente si! Per tutti questi motivi:
- Estrema profilazione degli utenti,
- Velocità dello strumento,
- Pervasività del mezzo,
- Misurazione delle performance.
I social media raccolgono quantità di dati incredibili ogni giorno su di noi, i nostri comportamenti e i nostri desideri. Per noi utenti i social sono gratuiti, perché noi siamo il loro prodotto che rivendono alle aziende.
Negli ultimi 5 anni la concorrenza online è aumentata a dismisura, quindi oggi è obbligatorio fare campagne a pagamento, dette volgarmente sponsorizzate.
Strategie pubblicitarie sui social
Per le aziende i social media sono diventati dei veri e propri paid media e la reach organica (gratuita) dei post non basta più!
Advertising e retargeting ci servono per realizzare dei funnel e rimanere nella mente dei tuoi clienti. Insomma in parole povere creatività, storytelling e contenuti servono sempre, ma bisogna anche farli girare.
Ricordiamoci sempre che è più importante a il raggiungimento dell’obiettivo che il mezzo. Dobbiamo solo scegliere il mezzo giusto perché «il fine giustifica i mezzi» (Machiavelli).
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