Ogni professionista dovrebbe migliorare il proprio personal branding insieme alle sue competenze specifiche. Sono due aspetti ormai imprescindibili, che ognuno di noi non può più tralasciare e non curare.
Partiamo dalla definizione, per personal branding o marketing personale si intende quelle strategie che servono per promuovere se stessi, la propria carriera esattamente come si promuove un brand.
Il web marketing è fondamentale per questo tipo di attività, perché ormai tutto ruota online o, meglio, il limite tra online e offline è scomparso.
Perché fare personal branding
Come professionista hai due scelte per battere la concorrenza:
- abbassare i prezzi (con tutto quelle che ne consegue),
- diventare un esperto di un settore specifico e migliorare il proprio personal brand.
Come fare personal branding
Differenziarsi dai competitor è fondamentale esattamente com’è fondamentale comunicarlo correttamente. Quindi il primo passo è scegliere un settore specifico sul quale devi specializzarti.
Come creare un’immagine coordinata di marketing personale
Il secondo passo è scegliere colori, font e logo per creare un’immagine coordinata.
Facciamo il mio esempio, io ho scelto una tonalità specifica di blu come colore primario e una tonalità precisa di arancione per la call to action. Il blu nel neuromarketing viene associato al mondo della consulenza e al “tranquillizzare” il cliente. L’arancione invece deve stimolare l’azione senza spaventare.
Il font deve essere leggibile e il logo deve essere il più semplice possibile. Negli anni sono tantissimi gli esempi di grandi brand che hanno semplificato il logo fino a stilizzarlo. Ecco l’esempio di Pepsi Cola.
Il mio logo è una semplice lampadina accesa. Volevo che coniugasse la formazione con le idee. Da una parte amo fare formazione e aiutare le persone anche gratuitamente con questi articoli, dall’altra cerco di pensare fuori dagli schemi proponendo ai miei clienti idee e strategie innovative.
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Come gestire la presenza social per un professionista
Per prima cosa devono essere banditi tutti gli hate speech e i post riguardanti la politica, anche nei profili personali. Purtroppo un professionista non può permettersi di avere profili personali.
I potenziali clienti vi cercheranno online in tutti i canali social, quindi è fondamentale mantenere una coerenza e una professionalità di fondo.
Sono bandite anche le foto in vacanza, in particolare su Whatsapp. Se dai il tuo numero ai clienti, tutti gli account di messaggistica social devono essere allineati!
In ogni account social devono esserci 3 cose:
- Chi sei e cosa fai,
- Come contattarti (sito web, email, telefono ecc),
- Il tuo valore aggiunto o Unique Value Proposition (UVP).
Come si crea una Unique Value Proposition (UVP)
La UVP, tradotta in italiano proposta unica di valore, è un messaggio conciso, chiaro sul perché le persone devono scegliere te.
Per crearla devi farti questa domanda: Perché quel cliente dovrebbe acquistare il mio prodotto o servizio?
In poche parole devi essere in grado di comunicare che la tua offerta è diversa e migliore. E devi costruirla su misura per il target a cui ti rivolgi.
Quali social deve usare un professionista?
La domanda è posta male e l’ho fatto con una logica provocatoria. Mi spiego: se vuoi entrare in contatto con i tuoi potenziali clienti non devi scegliere tu dove e come, ma loro.
Insomma devi analizzare attentamente il tuo target di riferimento e vedere quale social usa per la maggiore. Ognuno di noi ha tempo e budget limitati ed ognuno di noi deve poterli dosare, quindi la soluzione migliore è usare solo i social dove puoi trovare tanti clienti.
Facciamo un paio di esempi:
Se sei un avvocato io ti consiglio di usare LinkedIn e Facebook, se sei un architetto potresti valutare anche Instagram. Se invece sei un medico, uno psicologo dovresti, a mio parere puntare su Facebook e avere solo un profilo LinkedIn ottimizzato bene.
Come creare un sito web per professionisti
Quinto passo è creare una presenza online tua costante. Il sito web è e rimane lo strumento più importante e il cuore pulsante di ogni strategia.
Un buon sito web per professionisti deve avere queste caratteristiche:
- essere veloce e ottimizzato da mobile,
- ottimizzato in ottica SEO,
- raccontare di te e della tua professione/esperienza,
- aiutare le persone con articoli di valore.
A mio parere nel mondo del web conta più la sostanza che l’estetica, in particolare quando parliamo di siti web. Semplicità di utilizzo e velocità sono le caratteristiche che richiedono oggi gli utenti e quindi anche Google.
Ogni singola pagina deve poter convertire i visitatori in clienti e avere dei form per richiedere appuntamenti e preventivi, esattamente come questa qui sotto.
Il sito web è imprescindibile ormai. All’inizio potrebbe bastare anche solo una singola pagina nomecognome.it che descriva chi sei, cosa fai, i tuoi servizi e dove possono trovarti.
Gli errori più comuni dei professionisti
In questi anni ne ho visti tantissimi, ecco i più comuni:
- imitare i tuoi competitor,
- comunicazione non coerente,
- non avere una strategia,
- utilizzo scorretto dei social,
- non avere un sito web professionale,
- parlare solo di noi,
- non comunicare,
- non raccontarsi.
Errore 1: imitare i tuoi competitor
Alla base del personal branding c’è il concetto di unico. Quindi se copi i tuoi competitor divieni automaticamente il secondo o il terzo e così via.
Uscire dal coro non è di certo banale ed è molto rischioso, bisogna possedere una conoscenza approfondita della materia.
Quello che si può e si deve fare è studiare i competitor, analizzare i loro punti di forza e i punti di debolezza, capire gli errori e le svolte che hanno avuto e anticiparli.
Se il tuo competitor ha un blog di successo valuta di fare un podcast oppure un canale Youtube. Bisogna però prima analizzare bene il tuo mercato di riferimento.
Se vendi pavimenti localmente molto probabilmente non ti serve né un podcast né un canale Youtube. Ma se sei un avvocato e sei super specializzato allora potrebbe essere la strategia giusta.
Errore 2: comunicazione non coerente
Capita spesso di vedere strumenti di marketing non coerenti. Ad esempio email o foto profilo non professionali. Se vuoi essere un professionista non puoi permetterti di avere una foto profilo nei canali social di te al mare in costume.
E nemmeno avere una mail con il tuo nickname da ragazzo/a o con la tua data di nascita. Quindi creati un’immagine visiva (foto profilo, logo, colori e font) e poi usala ovunque!
Errore 3: non avere una strategia
Devi avere ben in testa gli obiettivi che vuoi raggiungere e quindi devi pianificare una strategia per ottenere tutto ciò.
Che tu stia cercando un lavoro o che tu sia alla ricerca di nuovi clienti, il concetto è sempre il medesimo: devi capire qual è il tuo focus, il tuo centro, così da concentrarti solamente su quello. Ed è per l’appunto quella attività, quella particolare capacità che dovrai riuscire a comunicare attraverso il tuo personal branding.
Gli step fondamentali sono 3: decidere chi sei, dove vuoi arrivare e che strada vuoi percorrere. Chiaro, no?
Errore 4: utilizzo scorretto dei social
Molto spesso sui social ci si lascia a commenti esagerati e fuori luogo pensando che tanto tutto rimane lì, in quel mondo irreale.
Nella realtà quel mondo è reale e viene visitato da HR, Recruiter e potenziali clienti.
Bisogna fare estrema attenzione a cosa si comunica, a cosa si condivide e a come si commenta. Molto spesso non ce ne rendiamo ma l’analisi approfondita dei canali social di un candidato o di un possibile fornitore è ormai una prassi consolidata.
Errore 5: non avere un sito web personale
Non può esistere un professionista nel 2021 che non abbia un sito web. Per due semplici motivi: il primo è per acquisire clienti e il secondo è appunto per creare un brand personale.
I profili social sono e rimangono di proprietà dei social stessi. Noi li possiamo usare ma non sono nostri. Il sito web e i suoi contenuti è e rimane una nostra proprietà.
Negli anni il sito è e rimane il punto di arrivo più importante per chi vorrà cercare più informazioni sul tuo conto – nuovi clienti, nuovi colleghi, nuovi partner, nuovi datori di lavoro…
Un sito può essere anche una sola landing page con le informazioni necessarie come: chi sei, cosa puoi fare per i potenziali clienti, le recensioni degli ex clienti e il form contatto.
Errore 6: parlare solo di noi
A volte l’ego fa brutti scherzi. Per questo è importante rimanere umili e incentrare la propria comunicazione sui bisogni dei nostri utenti. Non dobbiamo comunicare quanto siamo bravi e competenti, ma dobbiamo risolvere i problemi e i dubbi dei nostri potenziali clienti dimostrando di essere i migliori in quel determinato campo.
Errore 7: non comunicare
Sembra una banalità ma non lo è. I social e i siti web sono pieni di account che non comunicano da anni o blog dove l’ultimo articolo è del 2014.
A cosa serve avere un blog o un canale youtube o ancora un account social se non lo usiamo? Il nostro consiglio è limitare la presenza sui social network e usare quelli esistenti in particolare se vengono usati dai nostri potenziali clienti.
Se sei un avvocato Twitter e Instagram sono inutili, meglio usare Facebook e LinkedIn. Se sei un giornalista sicuramente Twitter può essere ancora un social strategico!
Errore 8: non raccontarsi
Gli anglosassoni dicono: “facts tell, but stories sell”. Tu sei il prodotto, e la tua storia è il mezzo per venderti. Non puoi pensare di costruire un personal brand efficace senza arricchirlo con la tua storia, con le tue esperienze e quindi con il percorso che ti ha portato a essere quello che sei oggi.
Condividi con il tuo pubblico quelle che sono state le tue sfide, le tue sconfitte e le tue vittorie.
Ricorda bene: il tuo brand personale è un processo da curare e valorizzare ogni giorno, non è qualcosa che puoi comprare o che ti arriva all’improvviso.
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